Roberto Gremmo
L’ULTIMA STREGA
Nel 1946 in Alta Valsusa un colpo di
scure spaccò la testa alla vecchia ‘fattucchiera’ canavesana
Il 6 dicembre 1946 i Carabinieri di
Oulx scoprirono nascosto in mezzo ad un bosco il corpo senza vita di
tale Teresa M. che fin dal loro primo rapporto definirono
“fattucchiera”. Subito si autoaccusò del delitto una povera
valligiana, tale Silvia S. che sostenne di averla uccisa in casa sua
dove l’ospitava da qualche tempo, nel corso di una violenta
colluttazione, agendo sotto l’impulso incontrollabile di una
misteriosa, malefica ed arcana “tentazione diabolica”.
L’inchiesta appurò che l’anziana Teresa praticava in casa di
Silvia misteriosi riti noti a lei sola invitando i montanari a
credere soltanto in lei. Convinta dei suoi poteri, Silvia le aveva
affidato il figlio infermo certa che i malori fossero causati dalla
presenza in casa propria di “spiriti che la travagliavano”.
Constatando però che il giovane peggiorava sempre di più, s’era
convinta che per salvarlo era necessario eliminare la Marchino.
Rinchiusa in carcere, Silvia chiese insistentemente l’aiuto della
Chiesa perché sempre convinta di avere gli Spiriti maligni in corpo
e non ebbe pace finché il cappellano del carcere di Torino,
benedendola, allontanò il demonio che la possedeva. Processata dalla
Corte d’Assise di Torino, il 18 gennaio 1949 la povera contadina
Silvia S. venne condannata a 9 anni e 6 mesi di reclusione che scontò
in gran parte in casa di cura. Nella sentenza, i Giudici
certificarono a tutte lettere che la vittima era “dedita alle
pratiche di medicastra fattucchiera”. L’ultima strega.
168 pagine - Euro 15
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